La tradizione dell’animale totemico nelle città italiane del medioevo era molto forte, in particolare a Firenze, ma anche a Venezia che ha come simbolo proprio un leone, simbolo anch’esso della repubblica.
La più celebre rappresentazione di un leone associato al Marzocco è quella di Donatello, (Firenze, 1386 – Firenze, 13 dicembre 1466), una bellissima scultura che nel primo rinascimento fiorentino, sintetizzò con una bella intuizione, un leone che trattiene con la zampa destra uno scudo rappresentante il Giglio Rosso in campo bianco simbolo guelfo della città posizionato sull’Arengario di Palazzo Vecchio e sostituito nel 1812 con una copia.
Era pratica comune e tradizionale elevare la statua del Marzocco, il leone di Firenze, l’erede di Marte, la divinità che con l’avvento del cristianesimo portò alla venerazione del patrono cristiano e cittadino San Giovanni Battista, incoronare la statua del Marzocco in occasione delle Feste del patrono.
“quattro giorni prima e quattro giorni dopo il giorno di San Giovanni Battista si soleva incoronare il Marzocco con corona d’oro smaltata di bianco e rosso nella cui fascia si leggeva il seguente distico, composto da Messer Francesco Sacchetti: “Corona porto per la patria degna, acciocchè libertà ciascun mantegna di corona aurea e gioiellata stà coronato per le Feste del nostro Protettor S.Giovanni Batista” e durante quel tempo, avevano piena libertà e sicurezza i debitori, i cessanti o falliti, i banditi e i condannati per qualsivoglia delitto.
L’evento si tiene la mattina della domenica antecedente il 24 giugno con un corteo dal Palagio di Parte Guelfa con la corona, realizzata dalla Bottega del Maestro Orafo Paolo Penko, sorretta su un cuscino da una madonna fiorentina per essere poi posta da parte del Sindaco e del presidente della Società di San Giovanni Battista sulla testa del Marzocco. Lo stesso rito viene ripetuto la domenica successiva il 24 giugno per la rimozione della corona.