Il Palio remiero

Nella Firenze di Dante Alighieri, nella Firenze Granducale, nella Firenze Capitale d’Italia e a quella ancora provinciale dei primi anni del Novecento, come era vissuta e sentita la festa del Santo Patrono?

Rileggendo i vecchi documenti in archivio della Società di San Giovanni Battista, ricercando lontane notizie dei festeggiamenti per la ricorrenza del patrono, in quel mese di giugno luminoso, ci si accorge oggi come la solennità, la gioia di quella festa tanto cara ai fiorentini fosse ricordata con altre manifestazioni tradizionali del folklore popolare, come il Palio dei Berberi, il Palio dei Cocchi e quello dei “navicelli” in Arno.

Dal 1250 al 1740 a Firenze, il 25 luglio si svolgeva, in onore di Sant’Jacopo, il palio dei “navicelli” o “barchetti”. In quella sera, fino dal lontano 1250, barcaioli e renaioli fiorentini disputavano a furia di vigorosi colpi di stanga la tipica “regata” cittadina, sullo specchio d’acqua fra ponte Vecchio e la pescaia di Santa Rosa. Il premio era costituito da un “panno” di valore e da un premio in denaro, messo in palio dalla Signoria.
I tempi sono cambiati, oggi l’uso quotidiano della città, con la circolazione dei veicoli, rende difficile la corsa dei Berberi e del palio dei Cocchi.
Ma l’Arno è quello di sempre, talvolta vituperato per il suo corso torrenziale e per le alluvioni, ma comunque sempre amato dai fiorentini.

I “navicelli” erano lunghe e sottili barche, neri gli scafi, rosse le stive, che fino all’ottocento trasportavano merci di ogni genere, sospinti non da remi ma da pertiche, in tempi più recenti gli ultimi “navicelli” che solcarono le verdi acque dell’Arno furono quelli dei renaioli.
Oggi per ovvi motivi, non sono più gli antichi “navicelli” a correre il Palio remiero di San Giovanni, ma le agili jole a quattro della Società Canottieri Firenze che fanno rivivere l’antica corsa sull’acqua: i Verdi, gli Azzurri, i Rossi ed i Bianchi si cimentano in un agone meno spettacolare del Gioco del Calcio, ma offrendo al pubblico uno spettacolo coreograficamente unico nell’incomparabile scenario naturale che va dal Ponte Santa Trinita, Ponte Vecchio, agli Uffizi (sede della Società Canottieri Firenze).

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